Cos’è la violenza maschile contro le donne?
- E’ una violazione dei diritti umani.
- E’ un reato.
- Si sviluppa soprattutto nelle relazioni d’intimità non equilibrate, perché c’è da parte dell’uomo il desiderio di controllo e di possesso.
E’ importante saper che…
- Donne di tutte le appartenenze sociali e culturali subiscono violenza da persone che conoscono e amano; infatti: la violenza maschile è la prima causa di morte per le donne tra i 14 e i 45 anni in Italia, in Europa e nel mondo; in Italia una donna su 3 tra i 16 e i 49 anni è vittima di violenza.
Nessuno ha il diritto di maltrattarti o di controllarti. Ricorda che la responsabilità della violenza è di chi la esercita; non sei tu a provocarla; - reagire alla violenza domestica può essere difficile e può fare paura, ma molte donne – se aiutate – fanno questo passo per cominciare una vita libera dalla violenza.
Chi agisce violenza maschile contro le donne?
Ex Coniuge
/
Fidanzato
Ex fidanzato
Ex convivente
/
Altri familiari
(padre, fratello, zio, …)
Guardare a quello che stai vivendo più chiaramente, cercare un sostegno e rendersi conto che in realtà sei molto più forte di quanto pensi, sono i primi passi da muovere.
Molte donne pensano ancora che se non vengono picchiate in modo severo, non sono vittime di violenza domestica. Ciò non è vero. La legge riconosce anche le minacce e il controllo esercitato con la paura come una forma di violenza.
La legge, gli amici, la famiglia e molti servizi sono a tua disposizione per sostenerti in questo passo.
Quali sono le forme della violenza?
La Violenza Economica , ogni forma di privazione e di controllo che tende a produrre dipendenza economica o ad imporre impegni economici non voluti, ad esempio:
- impedirti di lavorare;
- obbligarti a lasciare il lavoro;
- controllare il tuo stipendio;
- controllare i tuoi estratti conto;
- sequestrarti bancomat e carte di credito;
- obbligarti a versare lo stipendio sul suo conto corrente;
- escluderti dalla gestione economica della famiglia;
- costringerti a fare debiti;
- intestarti imprese o attività;
- licenziarsi per non pagarti gli alimenti;
- tenerti in una situazione di privazione economica continua.
La Violenza Psicologica comprende tutti quei comportamenti che ledono la dignità e l’identità della donna. Sono atteggiamenti che si insinuano gradualmente nella relazione e che finiscono con l’essere accolti così tanto che spesso la donna senza rendersene conto finisce per assumere il punto di vista di chi le usa violenza.
La Violenza Fisica e ogni forma di intimidazione o azione che mette a rischio l’integrità fisica. Vi sono compresi comportamenti quali:
- schiaffeggiarti
- spingerti
- darti calci, pugni
- morsicarti
- sputarti
- darti pizzicotti
- minacciarti
- tirarti capelli
- costringerti nei movimenti
- sovrastarti fisicamente
- colpirti con oggetti o armi
- bruciarti con le sigarette
- ustionarti
- privarti di cure mediche
- privarti del sonno
- pugnalarti, ecc.
- tentare di strangolarti
La Violenza Sessuale, ogni forma di imposizione di rapporti e pratiche sessuali non desiderate. Vi sono compresi comportamenti quali essere insultata, umiliata o brutalizzata durante un rapporto sessuale, essere costretta ad assistere ad atti sessuali, subire un tentato stupro, subire uno stupro.
Lo Stalking indica il comportamento assillante e persecutorio che molesta la vittima e la porta in stato di soggezione con l’intento di compromettere la sua serenità, di farla sentire braccata, comunque non libera.
Quali sono le forme della violenza domestica?
La violenza domestica, oltre al maltrattamento fisico, include la violenza psicologica (manipolare, isolare, denigrare, condizionare, ecc.), la violenza economica, la violenza sessuale.
Spesso alcune azione non sono percepite come una forma di violenza; i modi più comuni sono:
- la minaccia di violenza e vendetta;
- rompere gli oggetti di tua proprietà;
- fare del male agli animali di casa;
- subire rapporti sessuali non voluti, indesiderati, dolorosi o umilianti;
- accusarti di tutte difficoltà che si incontrano con i figli, nell’organizzazione della casa;
- privarti dei contatti come le amiche e della rete sociale;
- privarti dei rapporti con la famiglia;
- impedirti di lavorare;
- offenderti, dirti che non vali niente;
- dirti cosa indossare e dove puoi andare o dove non puoi andare;
- denigrarti, criticarti e insultarti anche davanti agli altri; ecc.
Quali potrebbero essere le conseguenze sulla tua salute?
In molte donne – oltre alle conseguenze fisiche quali ferite, lesioni, contusioni, fratture, ecc. – è stata osservata una correlazione tra subire cronicamente violenza domestica e i seguenti sintomi:
- affaticamento, mancanza di concentrazione;
- problemi ginecologici, frequenti infezioni vaginali e delle vie urinarie, dispareunia (dolore sessuale), dolore pelvico, disfunzioni sessuali;
- mal di testa cronico ;
- complicazioni addominali e gastrointestinali;
- dolori al torace atipici;
- frequenti visite con lamentele vaghe o sintomi senza una evidente anormalità fisiologica;
- paura, ansia per la propria situazioni e per i propri figli;
- sentimenti di vulnerabilità, di perdita e di tradimento;
- perdita di autostima;
- auto-colpevolizzazione;
- disperazione e senso di impotenza;
- ansia, fobie ed attacchi di panico;
- disturbi del sonno;
E i bambini? E’ importante sapere che…
Sappi che i tuoi figli subiscono violenza assistita quando tu subisci violenza e loro sono testimoni involontari di questi atti oppure quando loro ne sono a conoscenza e ne percepiscono gli effetti.
In questi casi i bambini spesso si sentono responsabili per la violenza e cercano di rendere le cose più facili per le madri non dicendo come si sentono.
Le conseguenze
La violenza assistita crea un grave trauma, genera confusione nel mondo interiori dei bambini su ciò che è affetto, intimità, violenza e mina il cuore delle relazioni primarie. Potenzialmente crea danni che coinvolgono tutte le aree di funzionamento della persona (psicologica, relazionale, emotiva, cognitiva, sociale, fisica, comportamentale). Più tardi, nelle relazioni intime, i maschi hanno una maggior probabilità di essere violenti, mentre le femmine di subire violenza. Proprio per questi motivi “essere un buon padre” significa trattare te, la madre, con rispetto.
La legge punisce gli atti di violenza diretti ai minori e la violenza assistita, cioè assistere al maltrattamento della propria madre e/o familiare.
Le conseguente più comuni
- Rabbia (per l’ingiustizia percepita o vissuta)
- Disturbi da deficit dell’attenzione/iperattività
- Vergogna
- Disturbi dell’alimentazione
- Paura(per sé e per il genitore vittima)
- Sfiducia
- Ritardi nello sviluppo del linguaggio
- Umiliazione
- Aggressività
- Comportamenti aggressivi e controllanti(verso genitore maltrattato e fratelli)
- Crudeltà verso gli animali
- Mancanza di empatia
- Scarsa coordinazione motoria
- Impotenza
- Enuresi notturna
- Autolesionismo
Cosa è importante fare
Dovresti chiedere aiuto per allontanarti insieme ai tuoi figli dal contesto violento. Dovresti spiegare che non sono loro la causa della violenza.
Dovresti parlare ai bambini e dire loro che sentirsi impauriti e confusi è piuttosto normale in questa situazione.
Se stai subendo un maltrattamento…
Probabilmente pensi che non ci siano vie di uscita. Ti senti impotente, sei confusa, speri ancora che il tuo partner cambi, oppure ti senti in colpa pensando che in fondo sei tu a provocarlo, che non vali nulla, che sei poco attraente, ecc.
Inoltre, non avendo un lavoro hai paura che ti vengano tolti i figli, anche perché come spesso ti senti dire, non sei né una buona moglie, né una buona madre.
Devi però sapere che, invece, molto probabilmente hai molte più risorse di quanto pensi ed è da tempo che metti in atto azioni e comportamenti per proteggere te e i tuoi figli.
Non continuare a subire, pensa a ció che funziona e a ció che non funziona.
Fai sapere agli amici e ai familiari di cui hai fiducia cosa ti sta succedendo, anche se é imbarazzante e difficile perché è importante per la tua sicurezza.
Potrai anche sorprenderti a scoprire quanti di loro sono disponibili ad aiutarti.
Le parole chiave in un Centro Antiviolenza
Auto-aiuto: donne che si sostengono a vicenda e trovano soluzioni per lottare contro la violenza maschile.
Auto-determinazione: riacquistare autostima, riappropriarsi della propria vita e di tutte le risorse per rendersi indipendente dal controllo del partner.
Empowerment : “rafforzarsi”, riguadagnare forza personale, emotiva e psicologica per lasciare il violento o cambiare una relazione impari, se si decide di rimanere con lui. Diventare capaci di aiutarsi l’una con l’altra e motivarsi nella scelta di vivere una vita senza violenza.
Segretezza e antidiscriminazione: ogni donna viene accolta nel massimo rispetto della segretezza senza tener conto delle differenze di età, di status, culturali o etniche.
Gratuità: i servizi offerti dai centri Antiviolenza sono – per le donne – generalmente gratuiti, con una compartecipazione alle spese nelle case rifugio in base alle proprie entrate.
Se stai subendo um maltrattamento e vorresti lasciarlo chiedi aiuto.
Lasciare qualcuno che pensi a te come ad un oggetto di sua proprietà e che per questo ha il diritto di controllarti, può rivelarsi un momento di rischio per la tua incolumità e per quella dei tuoi figli.
E’ quindi importante rivolgersi a chi ti può consigliare e accompagnare concretamente.
Chiama il numero verde 1522.
Ti saranno date indicazioni sui Centri Antiviolenza e servizi presenti nella tua zona.
Rivolgiti ai Centri Antiviolenza.
Se non ci sono servizi specifici in zona, rivolgiti ai Servizi Sociali o ai Consultori.
Se hai deciso di lasciarlo, ma vivi ancora con il maltrattante…
Cosa già stai facendo per proteggerti?
Sai come evitare il tuo partner quando sei a maggior rischio?
Per esempio quando ha bevuto?
Preparati una scusa e un modo di allontanarti velocemente se il tuo partner diventa minaccioso;
Pianifica dove puoi trovare un posto sicuro in emergenza e chi puoi chiamare: amici, famiglia, vicini di casa, polizia, centro antiviolenza;
Assicurati che i bambini sappiano cosa fare in um caso di emergenza;
Tieni a portata del denaro e i tuoi documenti personali e quelli dei tuoi bimbi (carta d’identità, passaporto, tessera sanitaria, ecc.)
Tieni un diario delle violenze subite, fotografa i segni di eventuali violenze e consegnale a qualcuno di fidato;
Cerca di ottenere informazioni sui servizi e il supporto che ti possono dare.
Mirela dice
Subisco da parte di ex marito ora in processo giudiziale di separazione,violenza economica,violenza psicologica,sono diffamata denigrata umiliata in società.